Io faccio parte di quelli che buttano la spazzatura.
E come si dice oggi, resto umile.
La mia relazione con mia moglie inizia quasi 25 anni fa. Entrambi poco più che ventenni; entrambi con qualche amore (pochi) alle spalle. Ci innamoriamo, ci sposiamo e siamo ancora qua.
Non siamo dei supereroi (o almeno senza aereo non sappiamo volare). Abbiamo scoperto che la vita non è sempre eccitante (tranne quando riesco a fare la differenziata perfetta) e nemmeno sempre stimolante. Ci sono periodi intensi (anche fra di noi) e altri in cui si va un po’ in risacca, ma non ne facciamo un dramma e soprattutto il pattume continuo a buttarlo io. E’ un mio compito, come preparare i pasti e fare la spesa (almeno quella alimentare).
Il sesso? Non siamo quelli da una volta ogni 3 mesi, ma nemmeno tutti i giorni (grande rispetto per chi mantiene certi ritmi, ma non siete mai stanchi quando tornate a casa? Al mattino non avete mai un’appuntamento presto? E poi ditelo, siate sinceri, avete qualcuno che butta per voi la spazzatura!). E la qualità del sopracitato sesso? Dal mio punto di vista buona (a volte modalità “cambio automatico”, altre con varianti che, proprio perché non ci sono sempre, risultano piacevoli). Certo però che la geometria non fa per noi: triangoli, quadrati o poligoni li lasciamo studiare alla figlia a scuola. Noi siamo una coppia, quello era il progetto iniziale e quello siamo rimasti: noi due.
Ma nemmeno un cornetto? No. Nemmeno con la fantasia? Adesso non esageriamo, non siamo supereroi ma neanche asceti, però siamo entrambi d’accordo che la monogamia è un artificio culturale, come la poesia e l’arte in genere. Chi come noi l’apprezza la trova bellissima.
Per correttezza di informazione non siamo neanche la coppia del Mulino Bianco, perché quando si litiga a volte scomodiamo più di un santo e i colpi bassi a volte sfuggono che è un piacere.
Avrei probabilmente molte altre cose da dirvi, ma ho già preso il mantello dall’armadio e la spazzatura mi aspetta.

Presentarsi a qualcuno nasconde “insidie” non da poco; che faccio? Sparo a raffica tutto il mio curriculum vitae et studiorum? Forse no, rischio di stordire e sembrare arrogante. Allora uso una versione sintetica; certo, ma quale? Professionale? Familiare? Ludica? Facciamo così: io sono Daniele. Chi sono emerge da ciò che scrivo e se troverete piacevole la lettura delle mie riflessioni sarà un piacere pure mio raccontarvi un po’ di me.