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“Hanno ragione, hanno ragione. Mi han detto è vecchio tutto quello che Lei fa”

Le parole di un grande classico di Vecchioni si insinuano tra i miei pensieri del primo mattino, quando sto percorrendo il tragitto che da casa mi porterà in studio.
“Che c’è di strano, siamo stati tutti là. Ricordi il gioco dentro la nebbia. Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là. Ma stai barando, tu stai gridando. Così non vale, è troppo facile così”

È vero, siamo stati tutti là, chi più chi meno, chi meglio chi peggio, in quel luogo che è stata la nostra gioventù e che oggi ricordiamo forse più bella di quanto forse lo sia stata realmente. Scherzi della vita…
Pronto? Sì, sono il dottor Paschetto, guardi sono fuori studio, ma tra poco la richiamo e fissiamo un appuntamento con l’architetto.

Ma il tempo emigra, mi han messo in mezzo. Non son capace più di dire un solo no

Non so, anch’io cerco di stare a galla tra i flutti della vita. Fatti pagare, fatti valere.

Pronto? Salve Mario come va? Ieri ha avuto il controllo dei NAS? Com’è andato? Ottimo. Per la prescrizione stia sereno non è grave; mi mandi via mail il verbale.

A cosa stavo pensando? Ah sì, questa canzone mi ricorda una confidenza di un amico; anche lui sposato da molti anni con famiglia, una sera si è trovato con la moglie a fare l’amore in macchina e si sono divertiti un sacco. In realtà, però, non hanno più ripetuto l’esperienza. Ciò che ho capito tempo dopo è che la cosa fantastica dell’esperienza era proprio che non si fosse più ripetuta. Era rimasta unica. La celebrazione (fare l’amore in macchina come da fidanzati) di emozioni ormai custodite solo dalla memoria.

Ma dammi indietro la mia seicento. I miei vent’anni e una ragazza che tu sai

Chissà dove vuole andare quel tipo! Sono dieci minuti che scalpita per sorpassare.

Pronto? Buongiorno, mi scusi, ma non sono interessato alla sua promozione.

Milano scusa, stavo scherzando. Luci a San Siro non ne accenderanno più

Il ragazzo di ieri, che faceva l’amore dietro agli alberi con la propria ragazza (poi diventata moglie) come giudicherebbe il cinquantenne di oggi? Spero con indulgenza perché se potessi gli direi che sono stato testimone e custode di ciò che il loro amore, tra le tante altre cose, è diventato: una figlia che ha la sua stessa caparbietà e che sa lottare quando in gioco ci sono degli ideali. Per cui, in buona sostanza, anche se l’amore lo si fa con meno estro e più prosaicamente nel letto matrimoniale, siamo pari; lui si terrà la mia seicento (che in realtà era una UNO rossa) e a me rimane il suo futuro che è il mio presente, da vivere.

Daniele Paschetto

Author Daniele Paschetto

Presentarsi a qualcuno nasconde “insidie” non da poco; che faccio? Sparo a raffica tutto il mio curriculum vitae et studiorum? Forse no, rischio di stordire e sembrare arrogante. Allora uso una versione sintetica; certo, ma quale? Professionale? Familiare? Ludica? Facciamo così: io sono Daniele. Chi sono emerge da ciò che scrivo e se troverete piacevole la lettura delle mie riflessioni sarà un piacere pure mio raccontarvi un po' di me.

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