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Piccole, grandi, frastagliate, sottili, ipertrofiche: quanto differenti possono essere le cicatrici?

Quelle impercettibili o grandi “imperfezioni” possono cambiarci la vita: affidarci a un laser di ultima generazione o ai “magici filtri” che popolano il mondo dei social, può mimetizzare il problema, ma non risolverlo.

Questo perché, quel segno, per quanto lo si mascheri, è parte della nostra storia ed è l’espressione visibile di ferite ben più profonde e radicate che, sovente, desideriamo tenere ben nascoste agli occhi e alla mente altrui.

Le cicatrici impattano a livello estetico, fisico e anche emotivo.

Esistono tante forme di cicatrici quanti sono i tipi di ferite inferte alla psiche. Qualunque sia il segreto, la psiche è colpita”.

Clarissa P. Estés

Quell’insopportabile segnetto interagisce, direttamente, con la nostra psiche: ci porterà a sentirci più fragili, insicuri, meno perfetti e, a tratti, più tristi, coinvolgendo memorie, vissuti ed emozioni. La cicatrice è “quel ricordo” che porta con sé un bagaglio emotivo importante, fatto di vittorie e sconfitte: è la testimonianza del nostro percorso e delle prove che abbiamo affrontato fino ad oggi.

Pensiamo alla cicatrice da parto cesareo che porta con sé vissuti meravigliosi, di nascita di una nuova vita e di amore incondizionato, ma che, al contempo, può far trapelare sensazioni di sconfitta, desideri irrealizzati legati alle elevate aspettative rispetto al parto naturale e ancora ansia connessa alle possibili motivazioni che hanno condotto a tale scelta.

Nonostante il parto sia uno dei momenti più emozionanti per una donna, la cicatrice del cesareo può reiterare costantemente tutti i vissuti ad esso legati, anche quelli più dolorosi e portare con sé quel disagio, con cui, poco alla volta, si impara a convivere.

L’antica arte giapponese del Kintsugi si focalizza sul valore delle cicatrici e sull’importanza del non vergognarsene. L’arte del “riparare con l’oro” consiste nel rimettere insieme i frammenti di oggetti fondendoli con oro o argento fuso, impreziosendoli quindi.

Nella società odierna siamo abituati a giocare a nascondino, ci vergogniamo di come siamo, delle nostre “diversità”, tendiamo a nascondere le cicatrici fisiche, perché sono uno spiraglio su tutti quei vissuti emotivi che desideriamo tenere nascosti perché sinonimo di fragilità

Un libero accesso a quella parte più intima che si desidera non mostrare. Il desiderio di non rivelarla può rapidamente indurre al tentativo di isolamento sociale, mentre, il solo osservarla, può provocare dolore psichico di diversa entità.

Perché non prendere spunto dagli antichi artigiani orientali e imparare, un passo alla volta, a non occultare le proprie imperfezioni, bensì a valorizzarle, considerandole parte di sé stessi e simbolo della propria unicità?

Se ci svegliassimo una mattina e decidessimo di non idolatrare il concetto di perfezione, di non fomentarla o alimentarla, piuttosto di valorizzare la genuinità della nostra, singolare, “non perfezione”?

Etimologicamente, il termine cicatrice deriva dal latino cicatrix e, la sua radice, cingere, testualmente “legare attorno”, esplicita bene il concetto di connessione dei tessuti circostanti la ferita, che partecipano sinergicamente alla guarigione.

Iniziamo quindi a considerarci per la capacità di essere compassionevoli verso noi stessi, per la nostra reattività, i vissuti, le “altalene emotive” e per tutte le nostre personali risorse.

La connessione e il dialogo tra questi aspetti, fatto di comprensione, sincerità, accettazione e compassione, potrà facilitare il conseguimento della cicatrizzazione “psichica”. Se avessimo il coraggio di fare ciò, chi diventeremo, che strada prenderà la nostra vita? Quali saranno le nostre scelte?  Inutile rispondere, rischiando di influenzare le strade e i percorsi altrui. 

Forse, è solo ora di metterci in marcia, con un leggero bagaglio fatto di sincerità, capacità di ascolto, consapevolezza, compassione verso noi stessi e tanto coraggio!

Marcella Ravazzini

Author Marcella Ravazzini

Fornisco sostegno psicologico personalizzato nell’individuazione di strategie di adattamento per affrontare conflitti e sfide che la vita presenta, portando ad una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie risorse.

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