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I propositi sono buoni solo se vengono mantenuti perché, quando questo non avviene, le ripercussioni sull’immagine che abbiamo di noi stessi può solo peggiorare. Una frase che ho trovato su un sito inglese e che mi sembra adatta a rappresentare questo concetto è “la strada per l’inferno è lastricata di buoni propostiti“.
La fine di un anno solare e l’inizio del successivo è sempre una buona occasione per fermarsi a osservare il cammino percorso, confrontarlo con i propositi dell’anno precedente e formulare, come da tradizione, quelli per l’anno che verrà. Formulare un nuovo proposito in modo da non deludere noi stessi per non averlo saputo mantenere, necessita di realismo e di onesta intellettuale. Pensare di darsi una spinta puntando molto in alto, ma in modo poco aderente alla realtà delle condizioni presenti, ha buone probabilità di lasciarci con l’amaro in bocca alla fine dell’anno.
I buoni propositi non mantenuti producono inevitabilmente un senso di inadeguatezza al quale possiamo contrapporre solamente delle scuse o delle buone giustificazioni. Se siamo onesti con noi stessi, sappiamo però che si tratta di scuse e che qualcosa non ha funzionato. Se gli eventi esterni sono stati in grado di impedirci di tenere fede ai nostri buoni propositi, noi lo sappiamo; in caso contrario le scuse, almeno di fronte a noi i stessi possiamo evitare di accamparle.
I buoni propositi non sono soltanto delle vaghe intenzioni, ma ci presentano il conto quando rimangono irrealizzati. Cosa fare, quindi, in occasione dell’inizio di un nuovo anno solare?
Il primo gennaio è una data simbolica nella quale nulla cambia se non cambiamo noi. Dunque, cominciamo dal formulare buoni propositi che possiamo realisticamente realizzare. Il secondo passo consiste nell’essere fedeli a quanto deciso. Se abbiamo formulato intenzioni perseguibili avremo molte possibilità di farcela. Gli imprevisti ci saranno comunque, ma almeno avremo fatto del nostro meglio. Non sarà così necessario trovare scuse, ma basterà spiegare le ragioni che ci hanno impedito di fare quanto immaginato.
I buoni propositi non ci renderanno più determinati, tenaci e disciplinati nel mantenere i nostri impegni. Ciò deriva da quella parte di noi che deve cambiare. Quello che fa parte dei nostri interessi è una nostra responsabilità e non possiamo appellarci alle condizioni avverse. Nel formulare i nostri buoni propositi, dobbiamo fare uno sforzo di realismo, lasciando in disparte l’immagine ideale di noi stessi che inseguiamo.
Tenere conto di chi siamo, quale è la nostra storia personale, quali sono i nostri limiti oggettivi, quali sono i nostri talenti, i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre passioni e  i nostri gusti, ci permetterà di vivere il prossimo anno con soddisfazione verso noi stessi.
Il pericolo numero uno è la tentazione di fare paragoni con le altre persone. Osserviamo chi siamo e facciamo buoni propositi solo per noi stessi.
Maurizio Massini

Author Maurizio Massini

Milano, Italy - Ho 59 anni, mi sono laureato in psicologia clinica all’Università degli Studi di Parma e specializzato in psicoterapia a indirizzo comportamentale e cognitivo. Mi sono specializzato in psicoterapia cognitiva e comportamentale, sessuologia clinica, terapia della coppia e consulenza familiare. Ho conseguito un master in ipnoterapia e seguito il percorso di specializzazione in EMDR per il trattamento dei traumi.

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